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Gian Lorenzo Bernini - Il Colonnato di San Pietro

Nel 1607 era stata terminata la facciata della Basilica di San Pietro, a opera di Carlo Maderno (1556-1629). Per completare l’opera, Bernini fu chiamato a dare forma alla spianata antistante la Basilica.
Lungo il perimetro della Piazza si snoda un colonnato a quattro file di 284 possenti colonne e 88 pilastri di grande dimensione. Sopra il colonnato corre una balaustra su cui posano 96 statue. Nei fuochi dell’ellisse due fontane; al centro  della piazza è collocato un obelisco egizio, che fa da centro unificatore di tutte le direzioni. Negli anni Trenta del Novecento, durante il Fascismo, si alterò, in parte, il senso della piazza abbattendo le case della Spina di Borgo, che ostruivano l’ingresso della piazza e si aprì Via della Conciliazione per unire, in linea diretta, San Pietro e il Tevere.
Bernini realizzò una doppia piazza, composta da una parte trapezoidale, davanti alla facciata della Basilica, e da un’ellisse. Lo spazio ellittico si trova a distanza sufficiente da consentire una piena visione della grande cupola.

“In Architettura il gusto del Bernini fu meno insano [rispetto alla scultura]. Non alterò le forme, né le proporzioni degli ordini, né le parti essenziali dell’arte. II suo stile è elegante senza esser severo, senza grandi bellezze, e senza errori grandi.
Grande però nell’invenzione e d’una magnificenza rara. II suo ornato è più pomposo che ricco, spesso bizzarro e talvolta puerile. Egli sacrificò la purità al fasto della decorazione. Questo artista fu uno de’ più favoriti dalla natura e dalla fortuna, fu ammirato e imitato, e frattanto non merita imitazione.”
Francesco Milizia, Dizionario delle Belle Arti del Disegno, Roma, 1787.

Pittore italiano. La sua formazione iniziale è pensato di aver preso posto in accademia dei Carracci a Bologna e con Agostino Carracci, durante gli anni di quest'ultimo a Parma al servizio di Ranuccio I Farnese (1600-1602).

Pittore romano, uno dei più forti avversari di Caravaggio personali in ambienti artistici romani, che è noto ai posteri quasi esclusivamente attraverso la sua molto sobrio e affidabile "Vite de 'Pittori" (Vite dei Pittori), pubblicato alla fine della sua lunga vita.

Allievo di A. Bellucci, soggiornò (1690 circa) a Roma, studiando con C. Maratta, e fu per qualche tempo a Napoli. Dal 1695 lavorò soprattutto a Venezia e a Verona. Altamente stimato dai contemporanei, il B. portò nel Veneto i modi classicizzanti romani, in uno stile fluido e decorativo. Opere in chiese di Venezia e di Verona, e in varie gallerie italiane e straniere (Verona, Pommersfelden, Monaco).

Nasce a Torino nel 1871. Per un breve aperiodo, studia all’Accademia Albertina di Belle Arti ed espone per la prima volta a una mostra patrocinata dalla Società Promotrice di Belle Arti. Nel 1895 si trasferisce a Roma, dove lavora per vari anni come illustratore, caricaturista e ritrat-tista.

Figlio dell'orafo lucchese Paolino Batoni, Pompeo si trasferì a Roma nel 1727. Attraversò dapprima un periodo di formazione, presso la bottega di Francesco Ferdinandi, trascorso per lo più a copiare le opere di Raffaello e Annibale Carracci.

Julian Beever è conosciuta in tutto il mondo per i suoi disegni di pavimentazione, in particolare le sue illusioni 3D, disegnate in una distorsione speciale per creare un'impressione 3D quando si vede da un punto di vista particolare.

Giovanni Bellini, figlio del pittore Jacopo e fratello minore di Gentile (anch’egli artista), iniziò a lavorare nella bottega paterna. Nelle prime opere eseguite autonomamente, che risalgono al 1470 circa, Bellini mostrò un vivo interesse per la cultura antica tipica del cognato, il pittore Andrea Mantegna.

Pittore italiano, relatore, collezionista, rivenditore e insegnante. Era uno degli artisti più significativi e influenti attivi a Roma nel primo quarto del XVIII secolo. Il figlio di un artigiano fiorentino, si allena nella sua città natale sotto la direzione di Anton Domenico Gabbiani e assorbì assolutamente lo stile di Pietro da Cortona e dei suoi successori tardo barocchi.

Gian Lorenzo Bernini nacque a Napoli ma, ancora bambino, si trasferì con la famiglia a Roma. La sua formazione artistica si svolse nella bottega del padre Pietro, pittore e scultore manierista, studiando i grandi maestri del Cinquecento e i modelli classici.

Scultore e pittore spagnolo, figlio di Pedro Berruguete, che divenne il maggiore scultore spagnolo del 16 ° secolo. Si è formato in Italia e riportato idee manieristi italiani, sia in scultura e in pittura. Andò a Firenze circa 1504, dove ha visto e copiato perduto cartone di Michelangelo per la Battaglia di Cascina (egli è anche menzionato nelle lettere di Michelangelo).

Scultore italiano, allievo e assistente di Donatello (la cui pulpiti di S. Lorenzo ha finito) e l'insegnante di Michelangelo, da quando è stato impiegato da Lorenzo de 'Medici, il Magnifico, come custode della sua giardino di sculture, che è stato uno dei primi accademie moderne.

Alessandro Filipepi, detto Sandro e soprannominato Botticelli, nacque a Firenze. Il padre, semplice conciatore di pelli, volle che il figlio compisse approfonditi studi letterari. Seguì poi il praticantato pittorico presso la bottega di Filippo Lippi. Diviene uno tra i pittori favoriti della corte medicea.

Alberto Burri è l’artista italiano, insieme a Lucio Fontana, ad aver dato il maggior contributo italiano al panorama artistico internazionale di questo secondo dopoguerra. La sua ricerca artistica è spaziata dalla pittura alla scultura avendo come unico fine l’indagine sulle qualità espressive della materia.

Pittore o incisore olandese, soprannominato "Geestige Willem" (Witty Willem). Era attivo nel suo nativo di Rotterdam e a Haarlem, dove era strettamente associato a Frans Hals.