disegno geometrico

Le opere di Robert Indiana (1928), artista americano appartenente alla corrente della pop-art, si prestano spesso a giochi di simmetria, con ripetizione di moduli e trasformazioni geometriche che creano curiosi effetti compositivi.

Il fregio è una decorazione costituita da disegni modulari che si ripetono, ritmicamente, in una sola direzione. Famosi sono i fregi dei templi greci, in particolare quelli del Partenone. Il fregio, comunque, è sempre stato usato nell’architettura, nella grafica e nel visual design, per la piacevolezza ornamentale che conferisce alla superficie.

Le trasformazioni isomorfiche sono quei movimenti nel piano che fanno conservare alla figura gli stessi angoli ma ne variano le dimensioni dei lati rispetto alla figura originale: sono l’omotetia e la similitudine.

Galleria di immagini - Ornamenti mosaici romani.

Un piano può essere determinato da tre suoi punti qual- siasi, non allineati (T1, T2, T3), oppure da una retta e un punto del piano stesso: in questo secondo caso, il piano generico a, comunque inclinato, lascia sul P.O. e sul P.V. due tracce lineari, rispettivamente t1a e t2a, che si intersecano sulla L.T. Il punto O, proiezione di un generico punto X del piano sulla L.T., serve per ricostruire la posizione esatta del punto (X2), cioè della proiezione della traccia sul (P.V.). Nel disegno tridimensionale, per maggior evidenza, è stato inserito anche il P.L., con la relativa traccia t3a.

Le proiezioni assonometriche sono proiezioni parallele, poiché il centro di proiezione è posto all’infinito e i raggi proiettanti sono paralleli fra loro. Tuttavia possono essere oblique od ortogonali, in relazione all’inclinazione che facciamo assumere ai raggi proiettanti rispetto al quadro assonometrico.

1. Assonometria ortogonale

I raggi proiettanti sono perpendicolari al quadro assonometrico, che però è inclinato rispetto al triedro di riferimento. In relazione alla disposizione del quadro avremo rapporti di riduzione diversi e tre tipi di assonometria:

  • assonometria isometrica, quando x, y e z formano tre angoli uguali e quindi anche i rapporti di riduzione (x’, y’ e z’ sono uguali);
  • assonometria dimetrica (quando gli assi formano due angoli uguali e uno diverso, per cui il rapporto di riduzione è il medesimo su due assi e diverso sul terzo;
  • assonometria trimetrica, quando gli angoli sono diversi e diverso è pure il rapporto di riduzione sugli assi.

Fra le possibili configurazioni assonometriche ortogonali, quella maggiormente usata nel disegno architettonico e nel progetto di elementi meccanici è l’assonometria isometrica, poiché l’esigenza principale, in questi casi, è di ricavare la forma precisa e le dimensioni reali degli oggetti rappresentati.

Nell’assonometria ortogonale isometrica (fig. 1) la perpendicolare al quadro passante per l’origine O forma con gli assi del triedro tre angoli uguali: di conseguenza, sul quadro assonometrico, si formano tre angoli uguali, ciascuno di 120° e le dimensioni restano proporzionate. L’assonometria ortogonale dimetrica (fig. 2) prevede due angoli uguali (con lo stesso coefficiente di riduzione sugli assi corrispondenti) e un terzo diverso. Nell’assonometria trimetrica (fig. 3) la perpendicolare al quadro passante per l’origine forma tre angoli diversi, ciascuno con il proprio coefficiente di riduzione.

2. Assonometria obliqua

  • In questo caso, i raggi proiettanti sono obliqui rispetto al quadro assonometrico, che però è parallelo (per nostra comodità) a uno dei tre piani del triedro di riferimento. Nelle assonometrie oblique esiste una più ampia libertà nella disposizione degli assi e quindi avremo numerosi tipi diversi di assonometrie: le più comunemente usate sono la cosiddetta cavaliera e la cavaliera planometrica (nella variante detta monometrica convenzionale). Le configurazioni assonometriche oblique sono rappresentazioni di facile lettura, in particolare:
  • nell’assonometria dimetrica (cavaliera) uno dei piani coincide con il quadro e, solitamente, con la vista di fronte (prospetto) a misure reali;
  • nell’assonometria monometrica le misure non variano nella vista dall’alto (pianta) che va disegnata con misure reali.

La libertà nella disposizione angolare e nella scelta dei rapporti di riduzione per questo tipo di assonometrie può indurre in confusione e le stesse norme UNI lasciano eccessiva facoltà di scelta. A scanso di equivoci, conviene, per motivi didattici, soffermare la nostra attenzione solo sui tipi più comuni di assonometrie oblique (cavaliera e planometrica nella variante monometrica) lasciando alla sensibilità del disegnatore di determinare  scelte angolari e coefficienti di riduzione diversi. Per esigenze di rappresentazione grafica, in alcuni casi gli assi x e y sono rivolti verso il basso e in altri casi verso l’alto, oppure verso sinistra piuttosto che verso destra, ma identici sono i principi geometrici in ogni situazione.

L’assonometria obliqua dimetrica (cavaliera) prevede il quadro parallelo a π2 e quindi mantiene il prospetto con misure reali (come se fosse la vista di fronte nelle proiezioni ortogonali): sull’asse y le misure vanno riportate dimezzate, per una più realistica resa grafica e visiva.

Assonometria obliqua planometrica (nella variante  monometrica convenzionale): il quadro assonometrico è parallelo a π1 e su di esso si riporta la vista dall’alto dell’oggetto, senza applicare coefficienti di riduzione delle misure.