Storia dell'arte

Statua bronzea detta “Larringatore"

Per il celebre magistrato etrusco, J.J. Winckelmann sembra seguire l’interpretazione come Aruspice (sacerdote preposto ai rituali divinatori) avanzata da Felice Ciatti e Anton Francesco Gori.

Sarà Luigi Lanzi a coniarne il nome convenzionale, riferito al gesto di colui che si accinge a silentium manu facere per tenere un'arringa. La statua del “Metellino”, come lo chiamava Winckelmann, è, secondo l'iscrizione, di Avle della gens dei Meteli, figlio di Vel e di Vesi, dedicata al dio Tece Sans’, probabilmente "Tece padre", il cui santuario era proprio nella valle di Sanguineto, sul confine tra i territori di Cortona e Perugia.