Storia dell'arte

Il bisonte di Niaux

In Età paleolitica, 35.000 anni prima di Cristo, l’uomo incomincia a servirsi dell’immagine per esprimersi: scolpisce statuette, raffigura sulle pietre e sulle pareti delle grotte bisonti, renne, cavalli, cervi, mammuth. Utilizza la tecnica della pittura e incide segni sulle pareti delle grotte (arte rupestre).

L’ arte paleolitica si basa sulla magia

Tali opere esprimono una concezione magica dell’esistenza: l’uomo non sa spiegare i fenomeni della natura, come il lampo, il tuono, la pioggia, il buio, il percorso del sole nel cielo, le fasi della luna; così, raffigurando gli elementi che lo circondano, egli crede di poter “intervenire” sulla realtà, anticipandone gli eventi. Per questo motivo i dipinti, i graffiti sulle rocce e le piccole statue hanno significato propiziatorio e rituale. Le immagini sono realistiche: gli animali dipinti hanno grandi dimensioni e in alcuni casi seguono la sporgenza delle rocce, che ne rafforza il volume.

Bisonte da Niaux 11 000 a.C.

La figura riproduce un bisonte dipinto sulla roccia nella Grotta di Niaux, in Francia.

L’animale è in movimento: l’interesse di chi lo ha dipinto è tutto rivolto alla caccia, alla velocità con cui si dovrà svolgere la cattura.

L’opera è realistica: con pochi cenni ma evidenti, l’autore ha dato il senso della forza e dell’aggressività dell’animale: la groppa inarcata e le corna puntate.