Storia dell'arte

L'arte del Quattrocento

Nel corso del Quattrocento, in Italia e in  larga parte d’Europa, si registrano mutamenti significativi nel campo culturale. In Italia, i Signori, reggenti i vari Stati regionali, affidano agli uomini di arte e di lettere, gli Umanisti, il compito di dare prestigio alla propria famiglia con le loro opere. Le residenze signorili divengono dei veri e propri centri di cultura, dove letterati ed artisti possono affermarsi e dare frutto al proprio ingegno. Nasce, in questo clima fervido, il Rinascimento.

L’uomo riscopre se stesso

In questo contesto di rinascita degli studi, l’uomo acquisisce una grande fiducia nei propri valori e nelle proprie capacità. Egli è spinto da una grande curiosità intellettuale: viaggia, studia, si interessa di economia e di scienze umane. La ragione viene rivalutata come strumento di conoscenza del mondo; attraverso essa l’uomo può affermare le proprie potenzialità e la propria dignità intellettuale. Questo nuovo atteggiamento, inoltre, determina un diverso rapporto con la religione: vengono poste al centro le esigenze spirituali dell’uomo, che ha superato la rigidità dei dogmi. L’invenzione della stampa a caratteri mobili, avvenuta alla metà del secolo, consente una rapida diffusione delle nuove idee e del sapere degli antichi in tutta Europa.

Progettare mediante un modulo

Nella facciata dello Spedale degli Innocenti, a Firenze, tutto serve a mostrare un principio proporzionale, un sistema ordinato di misure. Così, l’altezza delle colonne corrisponde alla loro distanza ed, insieme, alla profondità del portico.

Filippo Brunelleschi, Spedale degli Innocenti, 1419-1436. Firenze. Veduta del portico.

Le Signorie in Italia

Le principali città italiane che svolgono il ruolo di diffusione della cultura sono Firenze (con i Medici), Roma (i papi), Urbino (i Montefeltro), Milano (gli Sforza), Mantova (i Gonzaga), Ferrara (gli Estensi), Napoli (gli Aragonesi). Alcune città, poi, si specializzano in particolari discipline: Padova nell’epigrafia (studio delle antiche iscrizioni) e nell’archeologia; Firenze nella filosofia e nella filologia (studio delle lingue antiche); Urbino nella matematica.

Andrea Mantegna, Camera degli Sposi, 1465-1474. Pittura murale. Mantova, Palazzo Ducale.

Si riscopre l’arte classica

L’Umanesimo ha avuto origine già nel XIV secolo in ambito letterario, con lo studio sistematico dei testi antichi operato da Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca; il Rinascimento artistico rappresenta la piena conseguenza di queste premesse. L’umanista nutre un grande interesse per l’antichità: i letterati studiano i testi greci e latini, gli artisti analizzano le opere d’arte del mondo greco-romano. Gli architetti usano colonne, archi e lesene, come nei monumenti dell’antica Roma: gli ordini architettonici sono nuovamente utilizzati negli edifici e nei dipinti, mentre gli scultori recuperano la tecnica raffinata e l’equilibrio delle opere classiche. In tutte le arti si applicano regole compositive che realizzino il principio dell’armonia.

L’arte imita la realtà

L’artista del Quattrocento si prefigge il compito di imitare la natura. Nei dipinti e nei bassorilievi l’uomo è immerso nell’ambiente, naturale o costruito. Allo stesso tempo, si studiano le proporzioni dei corpi e i meccanismi del loro movimento. Il pittore analizza piante e fiori e li riproduce con una resa grafica perfetta; studia i caratteri somatici dei personaggi e gli effetti della luce sulle cose. Soprattutto, egli elabora un sistema per raffigurare la profondità dello spazio in modo esatto: nasce, così, la prospettiva.

L’invenzione della prospettiva

La propettiva viene costruita dal pittore a partire da un preciso punto di vista. Con essa si rappresenta, dunque, la realtà osservata dall’uomo. L’uomo, anzi, è il riferimento principale per la rappresentazione dello spazio; ne è centro simbolico e lo domina con la sua presenza.

Ricostruzione ideale della veduta del Battistero di San Giovanni a Firenze, dipinta da Brunelleschi. (Da F. Dubery e Y. Willats).

Un nuovo modo di rappresentare lo spazio

Già utilizzata intuitivamente dagli antichi, la prospettiva è studiata nel Quattrocento in modo rigoroso. Essa consente di misurare e riprodurre le distanze tra le singole figure e tra le figure e chi le osserva. Il pittore dipinge, così, uno spazio illusorio, che descrive l’ambiente così come è visto dall’uomo; lo scultore crea nei bassorilievi un’illusione di profondità. L’architetto, infine, dispone gli elementi costruttivi (archi, colonne, trabeazioni) per accentuare gli effetti decorativi negli edifici.

Un nuovo principio di progettazione architettonica

Gli architetti ricavano dalle opere antiche regole per definire nuovi criteri di progettazione. Viene così stabilito un metodo basato sulla proporzione, che dà origine a spazi ordinati e armonici. Gli elementi architettonici sono disposti secondo un principio modulare, che viene evidenziato anche attraverso un adeguato uso dei materiali. Sull’insegnamento del teorico Leon Battista Alberti, la bellezza di un edificio deriva dall’equilibrio tra le sue parti e dalla coerenza tra la forma e la funzione.

Carlo Crivelli, Annunciazione con Sant’Emidio, 1486. Olio su tavola trasferito su tela, 207x146 cm. Londra, National Gallery.