Storia dell'arte

L’arte barocca

L’arte come propaganda religiosa. Dopo il Concilio di Trento (1545-1563) l’arte è sottoposta ad un diretto controllo da parte della Chiesa. Ad essa viene chiesto di educare il fedele sui temi religiosi.

Il controllo religioso si manifesta anche in architettura: nella Chiesa del Gesù, Jacopo Barozzi, detto il Vignola, definisce, come abbiamo visto a pag. 209, un modello di chiesa a pianta longitudinale, che avrà grande diffusione a livello internazionale.

Un linguaggio immediato e coinvolgente

Nell’Età barocca si esaspera il processo, introdotto dal Manierismo, di allontanamento dalle norme elaborate nel corso del Rinascimento. In particolare, viene abbandonata la misura classica:

  • in architettura vengono realizzati spazi privi di punti di riferimento fissi. Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), Francesco Borromini (1599-1667) e Pietro da Cortona (1596-1669) introducono a Roma un linguaggio che troverà ampia divulgazione e innumerevoli varianti a livello europeo.
  • Nelle arti figurative la gestualità è accentuata e prevalgono effetti dinamici. La prospettiva è utilizzata per rappresentare una realtà immaginaria, per simulare spazi infiniti, e non più come strumento di controllo razionale dello spazio. L’uomo è chiamato ad esercitare l’immaginazione: l’arte deve stupire, creare meraviglia, suscitare emozioni.

I temi dell’arte L’idea di infinito

L’arte barocca rifiuta lo spazio delimitato e misurabile. In architettura si predilige la forma ellittica e gli andamenti a spirale che dilatano percettivamente l’ambiente reale, trascinando lo sguardo verso l’alto.Nelle volte delle chiese e dei palazzi vengono dipinti grandi affreschi che fingono spazi infiniti, attraverso complessi impianti prospettici e andamenti turbinosi. Esponenti importanti sono Pietro da Cortona (1596-1669) e, verso la fine del secolo, Giovanni Battista Gaulli detto Baciccio (1639-1709) e Andrea Pozzo (1642-1709).

La luce nell’estetica barocca

La luce è uno strumento fondamentale per creare l’illusione:

  • le opere pittoriche presentano forti contrasti chiaroscurali, per effetto della luce radente; le forme emergono dal fondo scuro, determinando una accentuazione espressiva.

Esemplare è l’opera di Caravaggio, punto di partenza della pittura europea del Seicento;

  • in scultura si studia la posizione delle fonti di luce, naturale o artificiale, per esaltare effetti drammatici o di movimento;
  • in architettura le aperture sono spesso nascoste, in modo da creare fasci di luce che irrompono nella penombra degli ambienti.

Il dinamismo

Prevale il senso del movimento: le figure scolpite assumono pose al limite dell’instabilità. I dipinti presentano linee compositive trasversali o contrastanti, che accentuano il dinamismo; in architettura, superfici concave si alternano a superfici convesse, dando origine a spazi mossi e instabili.

Una grande competenza tecnica

Gli artisti esibiscono una tecnica elevatissima, in un ricchissimo repertorio decorativo: stucchi, affreschi, mobili, scenografie teatrali. Si assiste alla fusione tra i diversi generi artistici: l’architettura diventa scultura, i materiali della scultura assumono tonalità che l’avvicinano alla pittura. Il marmo finge la ruvida roccia o acquista la morbidezza della seta; il ferro è lavorato simulando la stoffa. Il teatro è il luogo privilegiato per realizzare l’unione tra le arti figurative, la scenografia, la musica e il testo letterario.

L’unione fra le arti

L’idea di meraviglia viene resa manifesta attraverso creazioni artificiose, in cui i generi tradizionali (pittura, architettura, scultura) si fondono, superando i limiti ad essi assegnati in passato. Il Baldacchino, realizzato da Bernini nella Basilica di San Pietro, è un’opera di scultura che, per le sue straordinarie dimensioni, si misura con quelle dello spazio architettonico. Il bronzo dorato simula materiali effimeri, come la stoffa mossa dal vento, mentre la superficie, lavorata come un’opera di oreficeria, investita dalla luce assume effetti pittorici.

Gian Lorenzo Bernini, Baldacchino di San Pietro, 1624-1635. Marmo, bronzo e legno, alt. 28,50 m. Roma, Basilica di San PIetro.

La pittura della realtà

Il Seicento è anche il secolo in cui l’arte sacra si differenzia da quella profana. Questa, non condizionata da vincoli religiosi, consente agli artisti nuovi spazi di autonomia. Si sviluppano, così, nuovi soggetti pittorici, caratterizzati da un marcato realismo: la natura morta e la pittura di genere. Fondamentale è il ruolo di Caravaggio (1571-1610), preceduto dai pittori bolognesi Annibale, Agostino e Ludovico Carracci.

Annibale Carracci, Macelleria, 1583 circa. Olio su tela, 185x266 cm. Oxford, Christ Church Picture Gallery.

La città del Seicento

In tutta Europa si intensifica l’attività urbanistica, rispondendo all’esigenza di rappresentare poteri assoluti o le emergenti classi borghesi. La città si arricchisce di strade dalle prospettive profonde, collegate a piazze dagli impianti ampi e scenografici. Le cupole e i campanili delle chiese divengono segni emergenti nelle città, mentre le facciate, con le loro superfici mosse, si impongono sulle vie. Ogni crocevia, punto di convergenza dei diversi assi visivi, veniva esaltato come luogo rappresentativo. A Roma vennero aperte tre strade rettilinee per collegare Porta del Popolo, principale accesso alla città da nord, alle aree centrali e ai suoi edifici più rappresentativi. L’impianto, denominato Tridente, ha il proprio fulcro nelle cosiddette Chiese Gemelle, fondali scenografici dai quali si aprono le ampie prospettive che guidano lo sguardo nel cuore della città storica.

Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria di Montesanto. Roma, Piazza del Popolo.

La teatralità

Per stimolare la partecipazione del fedele all’evento rappresentato, l’artista sottolinea l’aspetto teatrale della sua opera, inserendo le figure entro scenari complessi e studiandone gli effetti visivi.

Gian Lorenzo Bernini, L’estasi di Santa Teresa d’Avila, 1647-1652. Marmo, stucco e bronzo dorato, altezza 350 cm. Roma, Santa Maria della Vittoria, Cappella Cornaro.